La geografia della letteratura - Appunti rischiosi sul carattere nazionale nei libri
Pubblicato il 17/06/22 22:00 [Doc.10731]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


Sono grato, e anche un po' stupito, che questo piccolo esperimento abbia più dei cinque o sei lettori che mi garantiscono l'ampia famiglia e gli amici più stretti, perché mi rendo conto di essere spesso spinto non solo verso libri e autori non proprio del giorno, ma anche temi del tutto inattuali e fuori moda. Ma la curiosità segue a volte strade tutte sue: dunque proseguo sulla linea dell'inattualità ed eccomi qui a rispolverare una questione che avevo sfiorato in fondo alla mia uscita di poche settimane fa sull'ottimo Thomas Bernhard.

Esiste oggi un carattere nazionale della letteratura? Oppure, in altre parole: quali sono, se ci sono, le differenze tra quanto si scrive in Italia, in Francia, in Germania o negli Stati Uniti? E ha senso, è ancora utile, notare quelle differenze?
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Esiste oggi un carattere nazionale della letteratura? Oppure, in altre parole: quali sono, se ci sono, le differenze tra quanto si scrive in Italia, in Francia, in Germania o negli Stati Uniti? E ha senso, è ancora utile, notare quelle differenze?
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