Riciclaggio: conferma della Suprema Corte su struttura del reato, condotta delittuosa e giurisdizione
Pubblicato il 14/06/16 18:24 [Doc.1208]
di Donato Giovenzana, Legale d'Impresa


Cass., II Sez. penale, sent. n. 24401, 13/6/2016.

La Suprema Corte con la sentenza de qua, a conferma del suo precedente orientamento, ha ribadito che

1. Il reato di cui all’art. 648 bis c.p. è a forma libera e potenzialmente a consumazione prolungata, attuabile anche con modalità frammentarie e progressive,

2. risulta integrato un autonomo atto di riciclaggio da qualsiasi prelievo o trasferimento di fondi successivo a precedenti versamenti ed anche dal mero trasferimento di denaro di provenienza delittuosa da un conto corrente bancario ad un altro diversamente intestato, ed acceso presso un altro istituto bancario,

3. dovendosi considerare la condotta delittuosa in maniera unitaria ed avuto riguardo alla complessiva attività di ripulitura del denaro, il reato di riciclaggio si considera radicato in Italia qualora ricorrano più elementi sintomatici, indicativi della consumazione del reato anche solo in parte nel territorio italiano. In tema di riciclaggio commesso in parte all’estero, va quindi affermata la giurisdizione italiana quando nel territorio dello Stato si sia verificato anche solo un frammento della condotta che abbia oggettivo rilievo per la configurazione dell’illecito.

Donato Giovenzana – Legale d’impresa.


© Riproduzione Riservata