Limiti nell’accertamento del fumus boni iuris nel procedimento cautelare
Pubblicato il 21/09/17 03:15 [Doc.3697]
di Redazione IL CASO.it


Tribunale di Milano, Sezione Specializzata – Impresa A – Ordinanza del 2 Agosto 2017, Est. Silvia Giani.

Segnalazione e massima a cura dell’Avv. Francesca Rimoldi – ISL Studio Legale.

Tutela cautelare - Natura sommaria - Accertamento del fumus boni iuris – Presupposti – Inammissibilità del ricorso -

E’ inammissibile il ricorso d’urgenza qualora l’accertamento del fumus boni iuris sia incompatibile con la cognizione sommaria del procedimento cautelare per la complessità della controversia qualora, come nel caso di specie, richieda articolati approfondimenti istruttori e peritali, esame di copiosa documentazione, implicante ponderate valutazioni su rapporti contrattuali, protrattasi per anni con soggetti terzi, e sulla validità ed operatività delle clausole pattuite.

Nel caso di specie, gli elementi di complessità della controversia sono stati individuati nel fatto che il ricorso depositato consti di 143 pagine, nel quale sono state formulate numerose richieste istruttorie, sia stato richiesto l’esperimento di una CTU informatica implicante una complessa e difficoltosa indagine, nonché infine richiesta la concessione di termini dopo l’espletamento della CTU per svolgere ulteriori osservazioni. Le problematiche, in fatto e in diritto, da esaminare, unitamente alla complessità degli accertamenti istruttori e peritali da effettuare (come nella specie palesato dalla corposità delle allegazioni e delle argomentazioni contenute in ricorso e dalle richieste ivi formulate) sono apparsi incompatibili con la natura sommaria del giudizio cautelare.


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