Riforma della disciplina dell'insolvenza: l'intervento del Ministro Bonafede
Pubblicato il 16/07/18 10:26 [Doc.4970]
di Redazione IL CASO.it


RIFORMA DEL DIRITTO FALLIMENTARE

Centrale, inoltre, sarà il tema del diritto fallimentare, la cui rilevanza si presenta idonea ad incidere sotto molteplici aspetti, primo fra tutti quello della necessità di rendere più rapida la risposta di giustizia in materia fallimentare. Sul punto, come noto, occorre considerare che la legge 19 ottobre 2017 n. 155 aveva conferito delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza.

A tal proposito, pur consapevole dell'opera che già è stata svolta, ritengo assolutamente indispensabile ribadire la necessità di una riforma organica dell'intera materia dell'insolvenza e delle procedure concorsuali, anche in considerazione delle ricadute economiche sul piano dell'efficienza del sistema Paese, rispetto al quale rivestono un ruolo significativo sia le percezioni degli investitori esteri, che le valutazioni compiute dagli organismi internazionali.

Tale esigenza si armonizza con quella, manifestata da tutti gli operatori del diritto, di assicurare linearità ad un sistema divenuto nel tempo troppo farraginoso, in modo da evitare interventi frazionati che, da un lato, determinano un accentuato scarto tra le disposizioni riformate e quelle rimaste invariate e, dall'altro lato, generano rilevanti difficoltà e incertezze applicative, soprattutto in ragione del fatto che il continuo mutamento del dato normativo rende problematico il formarsi di un orientamento giurisprudenziale consolidato, accentuando l'incertezza del diritto e favorendo il moltiplicarsi delle controversie, con evidenti ricadute negative sulla durata delle procedure concorsuali.

In questa prospettiva, occorrerà, quindi, procedere ad una parziale rivisitazione, anche lì parliamo di interventi chirurgici, del lavoro della Commissione Rordorf, attraverso la realizzazione di un quadro normativo unitario nel quale siano ben delineati i principi giuridici comuni al fenomeno dell'insolvenza, come tali idonei a fungere da chiari punti di riferimento per l'intera gamma delle procedure di cui si discute, sia pure con le differenziazioni di disciplina di volta in volta rese necessarie dalla specificità delle diverse situazioni in cui l'insolvenza può manifestarsi.

In tale ottica, rispetto a quanto elaborato dalla Commissione Rordorf, potranno essere previsti correttivi tesi a garantire una riforma improntata a canoni di modernità ed idonea a contemperare efficienza e tutela della crisi d'impresa, specie per quanto attiene alle piccole e medie imprese. Ciò potrà avvenire attraverso varie ipotesi allo studio delle varie articolazioni ministeriali ed, in particolare - solo per fare un breve accenno - mediante la possibile previsione della necessità di assistenza tecnica (salvo che il debitore, sempre facoltizzato, nel procedimento di liquidazione giudiziale, a stare in giudizio personalmente), oppure della restrizione dell'ambito applicativo dell'allerta 11 rispetto alle piccole imprese, attraverso la previsione di soglie di rilevanza dell'esposizione debitoria per debiti fiscali e previdenziali più elevati, alla elaborazione di specifici indici rivelatori.

Su questa cosa voglio essere chiaro perché l'esempio della delega così detta fallimentare è stato un esempio virtuoso nella scorsa legislatura di dialogo tra maggioranza e opposizione che ha portato a un buon risultato. Dopo l'entrata in vigore, però, della legge delega si è sviluppato un dibattito nel mondo degli addetti ai lavori che ha individuato alcuni difetti di concreta attuazione. Per questo si opererà seguendo la filosofia di fondo, e anzi tutto il complesso normativo che era previsto per quella legge delega, con interventi correttivi.

Ci tengo a dire che oltre a quanto detto in termini strettamente normativi, in quella delega c'è una filosofia di fondo importante che ribalta completamente il paradigma per cui un imprenditore che è in difficoltà economica sia necessariamente da considerare un fallito. Proprio in questo superamento che permette allo Stato di stare vicino a un imprenditore che è in crisi attraverso una legge scritta nel migliore dei modi, ecco lì secondo me ci sarà la grande sfida sull'attuazione di quella norma.


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