Valutazione e tutela dei valori aziendali alla luce del nuovo Codice della Crisi d'Impresa
Pubblicato il 02/07/19 00:00 [Doc.6420]
di Fondazione Nazionale dei Commercialisti


Roma 1 luglio 2019

Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato la informativa periodica "Valutazione e Controlli", uno strumento incentrato sulle iniziative del Consiglio Nazionale in tema di principi di revisione e controlli interni, oltre alle novità in materia di principi italiani contabili e principi italiani di valutazione.

Tra i documenti analizzati, i documenti dell'Organismo Italiano di Contabilità (OIC), Documento Interpretativo n. 4: D.L. 23 ottobre 2018, n. 119 (convertito con L. 17 dicembre 2018, n. 136). Aspetti contabili relativi alla valutazione dei titoli non immobilizzati e Documento Interpretativo n. 5: L. 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019), e il Documento congiunto Alleanza delle cooperative - CNDCEC sulla prevalenza nelle società cooperative con l'implementazione del d.lgs. n. 139/2015. Questo contributo esamina l'impatto derivante dall'implementazione del D.Lgs. n. 139/2015 sul calcolo della mutualità prevalente delle società cooperative. L'attenzione è principalmente rivolta alla misurazione degli indicatori del requisito oggettivo di cui agli articoli 2512 e 2513 del codice civile. Il documento considera applicabile l'adozione di un principio di pura "derivazione" dallo schema di conto economico (in luogo di un criterio di "continuità"), optando, in sostanza, per rilevare i valori di bilancio così come questi sono presentati a seguito della riforma del bilancio.

Focus sul documento congiunto Assonime e CNDCEC "Trasparenza delle erogazioni pubbliche: le novità del decreto crescita" che esamina gli emendamenti apportati all'art. 1, commi 125-129 della citata legge 124/2017 dal D.L. n. 34/2019 e Documento congiunto Alleanza delle cooperative -­? CNDCEC sulla prevalenza nelle società cooperative conl'implementazione del d.lgs. n. 139/2015


Nell'informativa poi si dá ampio spazio alla valutazione e la tutela dei valori aziendali alla luce del nuovo codice della crisi d'impresa, tema al centro di un convegno tenutosi a giugno presso l'Università Bocconi di Milano. Entrando nel merito, con il Professor Bini, sono stati delineati cinque differenti condizioni di crisi d'impresa, in cui in modo differente viene chiamato in causa il processo valutativo. Nello specifico abbiamo:

l'impresa in ristrutturazione: è il caso in cui la redditività è inferiore al costo del capitale, ma non vi è ancora il rischio di insolvenza; si parla, pertanto, di condizioni di crisi strutturale. In tale fase potrebbero essere oggetto di valutazione la cessione dell'azienda in funzionamento, la liquidazione ordinata di rami, attività o dell'intera azienda stessa;
l'impresa in crisi: è la situazione in cui viene a trovarsi quell'impresa non più in grado di far fronte prospetticamente alle sue obbligazioni, causando così tensioni con gli stakeholder. Necessarie saranno le rinegoziazioni dei debiti con i creditori sulla base di un piano che sia credibile;
l'impresa a rischio di perdita di continuità aziendale: nella prospettiva di evitare che la crisi sfoci in insolvenza, in questa situazione vi è la necessità di stipulare accordi con i creditori, anche nella forma di accordi stragiudiziali; tra gli oggetti di valutazione rientrano le passività potenziali, il valore di strumenti finanziari partecipativi o il valore dell'equity;
l'impresa insolvente: è la condizione in cui l'insolvenza conclamata genera una situazione di non continuità aziendale. In questo contesto, possibili oggetti di valutazione dell'impresa che fa ricorso a procedure giudiziali sono la liquidazione accelerata o forzata di rami e/o attività, il valore dell'attivo in funzionamento e in liquidazione, l'affitto d'azienda, o, ancora, la convenienza a continuare l'attività;
l'impresa in liquidazione: in tal caso, obbligatorio è il ricorso a procedure di liquidazione forzata, valutando prezzi di riserva e prezzi base d'asta.

I primi segnali di crisi sottendono un'esigenza di cambiamento. Tuttavia, il processo di cambiamento rende necessaria, così come affermato dal Professor Gualtiero Brugger durante il convegno, una migliore comprensione delle modalità per realizzare un efficace governo delle crisi aziendali. È utile soffermare l'attenzione su quattro esigenze:

l'integrazione della "cultura dei controlli" con la "cultura del management" (ovvero dell'azione in vista dei risultati), affinando gli strumenti per la valutazione dei piani aziendali e affrontando il tema di un'efficace gestione dei percorsi attuativi;
la tutela del valore industriale dell'impresa (enterprise value) qualora sia superiore al valore di liquidazione;
la necessità di affrontare esplicitamente il tema dell'abbattimento del debito non sostenibile, favorendo l'afflusso di capitali di rischio nelle imprese in crisi;
l'esigenza di favorire l'ingresso di nuovi capitali che possono dare contributi utili alla soluzione delle crisi aziendali.

L'obiettivo della riforma della crisi d'impresa e dell'insolvenza è quello di perfezionare i processi di gestione delle patologie aziendali, consentendo alle imprese di ristrutturarsi celermente e proseguire l'attività. Pertanto, in contesti di crisi, importante è il processo valutativo. In particolare, è necessario considerare adeguatamente i profili di rischio tipici dell'azienda in crisi, la prospettiva di riferimento, le informazioni prospettiche affidabili, nonché basi informative appropriate, al fine di evitare distorsioni nelle stime.

Infine, chiude l'informativa, un approfondimento dei chiarimenti del MEF al revisore cancellato per morositá.

L'informativa integrale è disponibile online sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti www.fondazionenazionalecommercialisti.it).


Info: Ufficio Stampa Fondazione Nazionale dei Commercialisti - Sabino Cirulli

Tel.349/2165175


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