Per l'avvocato generale Pitruzzella, un giudice nazionale può condannare una società controllata a risarcire i danni provocati dal comportamento anticoncorrenziale della società madre
Pubblicato il 20/04/21 00:00 [Doc.8991]
di Redazione IL CASO.it


Corte di giustizia dell'Unione europea
COMUNICATO STAMPA n. 63/21
Lussemburgo, 15 aprile 2021
Conclusioni dell'avvocato generale nella causa C-882/19
Sumal, S.L./ Mercedes Benz Trucks España S.L.

Per l'avvocato generale Pitruzzella, un giudice nazionale può condannare una società controllata a risarcire i danni provocati dal comportamento anticoncorrenziale della società madre, sola destinataria dell'ammenda inflitta dalla Commissione

A tal fine, le due società devono aver operato sul mercato come un'unica impresa e la controllata deve avere contribuito a realizzare l'obiettivo e gli effetti del suddetto comportamento

Con decisione del 20161 , la Commissione ha inflitto delle ammende a varie società del settore automotive, tra cui Daimler AG, per accordi collusivi sui prezzi degli autocarri.
A seguito di tale decisione, la società spagnola Sumal SL ha chiesto alle giurisdizioni spagnole di condannare la Mercedes Benz Trucks España SL (in prosieguo «MBTE»), società controllata dalla Daimler, a pagarle la somma di circa 22 mila euro a titolo di risarcimento dei danni. A tanto ammonterebbe, infatti, secondo la Sumal, il sovrapprezzo da essa pagato a favore della MBTE per l'acquisto di alcuni autocarri prodotti dal gruppo Daimler rispetto al minor prezzo di mercato, quale sarebbe stato in assenza dei suddetti accordi collusivi.
In questo contesto, l'Audiencia Provincial de Barcelona (corte provinciale di Barcellona, Spagna), davanti alla quale la controversia pende in grado di appello, chiede, in sostanza, alla Corte di giustizia se una controllata (MBTE) possa essere ritenuta responsabile per un'infrazione alle regole antitrust dell'Unione commessa dalla sua controllante (Daimler) e quali siano le condizioni affinché una tale responsabilità possa essere riconosciuta.
Nelle sue conclusioni odierne, l'avvocato generale Giovanni Pitruzzella propone alla Corte di ricorrere alla teoria dell'unità economica - sinora utilizzata dalla Corte per sanzionare la società madre per il comportamento anticoncorrenziale delle sue controllate (responsabilità «ascendente») 2 - al fine di affermare la (possibile) responsabilità della controllata per i danni provocati dal comportamento anticoncorrenziale della società madre (responsabilità «discendente»).
L'Avvocato generale ricorda che, ai fini dell'imputazione alla società madre della responsabilità «ascendente», la giurisprudenza della Corte si è fondata su due diversi fattori. Il primo è quello dell'influenza determinante che la società madre esercita sulla controllata, la quale si limita a seguire le direttive impartitele dall'alto. Il secondo è l'esistenza di un'unità economica tra la società madre e la sua controllata, che agiscono unitariamente sul mercato al di là del "velo" formale della distinta personalità giuridica.
Accogliere, quale fondamento della responsabilità «ascendente», l'influenza determinante esercitata dalla società madre sulla controllata non consente, di per sé, di configurare una responsabilità «discendente», poiché la controllata non esercita, per definizione, alcuna influenza determinante sulla società madre. Viceversa, se ci si basa sull'esistenza di un'unità economica è possibile, sullo stesso fondamento, affermare anche la responsabilità «discendente» della società controllata.
L'avvocato generale ritiene che il fondamento della responsabilità della società madre per il comportamento anticoncorrenziale della controllata risieda nell'unitarietà di azione economica di tali società, ovvero nell'esistenza di una singola unità economica.
Per l'avvocato generale, comunque, l'influenza determinante è condizione necessaria affinché ci sia un'unità economica (cioè un'unica impresa in senso funzionale). In tal senso, il criterio dell'influenza determinante e quello dell'unità economica sono passaggi logicamente necessari nel processo di attribuzione della responsabilità di una condotta anticoncorrenziale.
L'avvocato generale puntualizza, in seguito, che la responsabilità per violazione delle norme sulla concorrenza è attribuita, innanzitutto, all'impresa, intesa quale unità economica nell'ambito della quale l'infrazione è stata colpevolmente commessa. Tale responsabilità va poi, in concreto, allocata alle singole società che compongono l'impresa. Soltanto queste ultime, infatti, dovranno sopportare le conseguenze finanziarie della responsabilità (ammende, obblighi risarcitori).
Infatti, soltanto le società sono persone giuridiche, mentre l'impresa in senso funzionale (cioè l'unità economica) non lo è.
L'avvocato generale osserva che, nel caso cui sia la società madre a commettere l'infrazione, la responsabilità «discendente» della controllata risulterà - oltre che dall'influenza determinante esercitata dalla prima - dal fatto che l'attività della controllata è, in qualche modo, necessaria alla realizzazione della condotta anticoncorrenziale (per esempio perché la filiale vende i beni oggetto del cartello). (57) Per potervi essere una responsabilità discendente, quindi, la controllata deve operare nello stesso settore in cui la società madre ha realizzato il comportamento anticoncorrenziale e deve avere reso possibile, con la sua condotta sul mercato, la concretizzazione degli effetti dell'infrazione.
L'avvocato generale sottolinea che la responsabilità delle società che compongono la medesima unità economica è solidale: pertanto, ciascuna delle società potrà essere chiamata a pagare per intero l'ammenda (se si tratta di un procedimento sanzionatorio pubblico ad iniziativa della Commissione3 ) o il risarcimento del danno (se si tratta di un'azione risarcitoria ad iniziativa di un privato)4. Quanto a quest'ultimo aspetto, accordare alla parte privata lesa la facoltà di agire nei confronti della controllata, domiciliata nel proprio Stato membro, evita le complessità pratiche connesse alla notificazione all'estero dell'atto di citazione e all'esecuzione dell'eventuale sentenza di condanna. Inoltre, consentire al soggetto leso la scelta della società contro la quale agire aumenta le probabilità di soddisfacimento delle richieste risarcitorie.


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