La solitudine della lettura - Partendo da uno spunto in un libro che non ho letto
Pubblicato il 04/06/21 23:00 [Doc.9192]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


Non so nulla di tennis, e sono sempre diffidente nei confronti dei libri di moda - aspetto mesi o anni prima di leggerli e mi ci approccio sospettoso, per dirmi poi quando ormai tutti se ne sono dimenticati: questo in effetti era un capolavoro, oppure: tutto qui? - ma da molto tempo ho in mente un concetto che si trova, a quanto mi hanno detto, nella famosissima biografia di Andre Agassi, Open. È un libro che non ho mai letto: il concetto mi viene da qualcuno che una volta me lo raccontò, oppure che ne scrisse in un post su un blog, o da qualche parte su Internet, vai a sapere.

Eccolo, quel pensiero: il tennis è lo sport più solitario che ci sia. Come tutti gli assoluti, è probabilmente falso - ho letto pochi giorni fa un articolo molto interessante su quanto la Formula 1 sia esigente per il fisico e non credo che, lanciati in un missile di metallo ai centottanta all'ora, ci si senta particolarmente in compagnia - ma lo spunto è affascinante.
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