Il divieto della doppia incriminazione non sembra ostare all'esecuzione di un mandato d'arresto europeo
Pubblicato il 22/09/23 08:20 [Doc.12409]
di Corte di giustizia dell'Unione europea - UE


 nei confronti del responsabile di un sistema piramidale fraudolento messo in atto in Spagna e in Portogallo

Sentenza della Corte nella causa C-164/22 | Juan

I fatti all’origine delle condanne del responsabile in Spagna e in Portogallo non appaiono infatti identici Un cittadino spagnolo era, a partire dalla fine del maggio 2001, presidente del consiglio di amministrazione di una società portoghese interamente controllata da una società spagnola, di cui era parimenti, a partire dalla fine di gennaio dello stesso anno, presidente del consiglio di amministrazione. L’attività principale delle due società era la stessa: la commercializzazione di prodotti d’investimento che dissimulava un sistema piramidale fraudolento. L’adesione massiccia di privati a tali prodotti d’investimento ha consentito alla società portoghese di sperimentare una crescita e un’espansione eccezionali. A seguito dell’intervento delle autorità giudiziarie spagnole nella primavera del 2006 e, successivamente, delle autorità giudiziarie portoghesi, le società hanno cessato le loro attività, il che ha comportato perdite finanziarie significative per gli investitori. Tale cittadino spagnolo sconta in Spagna una pena detentiva di undici anni e dieci mesi per truffa aggravata e riciclaggio di denaro, pena a cui è stato condannato con una sentenza del 2018 e che è divenuta definitiva nel 2020. Egli è stato parimenti condannato in Portogallo a una pena detentiva di sei anni e sei mesi per truffa aggravata. Un mandato d’arresto europeo (in prosieguo: il «MAE») è allora stato emesso nei suoi confronti in Portogallo ai fini dell’esecuzione di tale pena e trasmesso alle autorità spagnole competenti. Nel dicembre 2021, la Corte centrale spagnola ha rifiutato l’esecuzione di detto MAE con la motivazione che la persona ricercata era un cittadino spagnolo, decidendo al contempo l’esecuzione in Spagna della pena inflitta in Portogallo. Il ricercato, che ha proposto appello avverso tale decisione, sostiene che né il MAE né la sentenza portoghese possono essere eseguiti: a suo parere, i fatti all’origine della sentenza spagnola sono gli stessi che hanno costituito oggetto della sentenza portoghese. Egli lamenta dunque una violazione del principio del ne bis in idem. Secondo tale principio, sancito in particolare nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, nessuno può essere perseguito o condannato penalmente due volte per lo stesso reato. Adita in via pregiudiziale dalla Corte centrale spagnola, la Corte di giustizia ricorda, nella sua sentenza pronunciata in data odierna, che la decisione quadro relativa al MAE 1 contiene un motivo di non esecuzione obbligatoria che rispecchia il principio del ne bis in idem e che mira a evitare che una persona sia nuovamente perseguita o giudicata penalmente per gli stessi fatti.

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