La Corte di giustizia respinge definitivamente il ricorso di Carles Puigdemont e Antoni Comín contro il rifiuto del presidente del Parlamento europeo di riconoscere loro lo status di deputati europei nel giugno 2019
Pubblicato il 06/10/24 00:00 [Doc.13759]
di Corte di giustizia dell'Unione europea - UE
Sentenza della Corte nella causa C-600/22 P | Puigdemont i Casamajó e Comín i Oliveres / Parlamento
A seguito dello svolgimento, il 1º ottobre 2017, del referendum sull’autodeterminazione della Catalogna (Spagna), è stato avviato un procedimento penale a carico di Carles Puigdemont i Casamajó e Antoni Comín i Oliveres (all'epoca, rispettivamente, presidente e membro del governo autonomo della Catalogna). Poiché Puigdemont e Comín avevano lasciato la Spagna, tale procedimento è stato sospeso fino al loro ritrovamento. Nei loro confronti sono stati emessi mandati di arresto nazionali. Successivamente, Puigdemont e Comín si sono candidati e sono stati eletti alle elezioni del Parlamento europeo tenutesi in Spagna il 26 maggio 2019.
Il 29 maggio 2019 il presidente del Parlamento europeo ha adottato un’istruzione nella quale si indicava, da un lato, che occorreva negare a tutti i candidati eletti in Spagna il «servizio speciale di accoglienza» fornito ai neoeletti al Parlamento europeo e, dall’altro, che non si doveva procedere al loro accreditamento fino alla conferma ufficiale della loro elezione.
Il 14 giugno 2019 Puigdemont e Comín hanno chiesto al presidente del Parlamento europeo di prendere atto dei risultati delle elezioni proclamati dalla commissione elettorale centrale spagnola il 13 giugno 2019. Gli hanno inoltre chiesto di revocare l'istruzione del 29 maggio 2019 affinché potessero, in particolare, prendere possesso dei loro seggi e godere dei diritti connessi al loro status di membri del Parlamento europeo a decorrere dal 2 luglio 2019, data della prima seduta plenaria successiva alle elezioni.
Il 17 giugno 2019 la commissione elettorale centrale spagnola ha notificato al Parlamento europeo l'elenco dei candidati eletti in Spagna. Puigdemont e Comín non vi figuravano in quanto, successivamente alla loro elezione proclamata il 13 giugno 2019, essi non avevano prestato il giuramento di osservanza della Costituzione spagnola richiesto dalla legge elettorale nazionale. Detta commissione ha quindi dichiarato la vacanza dei loro seggi e la sospensione di tutte le prerogative inerenti alle loro funzioni fino a quando essi non avessero prestato tale giuramento.
Con lettera del 27 giugno 2019 il presidente del Parlamento europeo ha informato Puigdemont e Comín che non poteva considerarli come futuri membri del Parlamento europeo, in quanto i loro nomi non comparivano nell’elenco dei candidati eletti comunicato ufficialmente dalle autorità spagnole.
Il giorno successivo Puigdemont e Comín hanno proposto un ricorso di annullamento dinanzi al Tribunale dell’Unione europea, diretto essenzialmente contro il rifiuto del presidente del Parlamento europeo di concedere loro il beneficio del servizio speciale di accoglienza e di riconoscere loro lo status di deputati europei 1 .
Nel corso della seduta plenaria del 13 gennaio 2020, il Parlamento europeo ha deciso di prendere atto, a seguito della pronuncia della sentenza della Corte di giustizia nella causa Junqueras Vies 2 , dell’elezione al Parlamento di Puigdemont e Comín, con effetto dal 2 luglio 2019.
Direzione della Comunicazione Unità Stampa e informazione curia.europa.eu Restate in contatto! Con sentenza del 6 luglio 2022, il Tribunale ha respinto il ricorso di Puigdemont e Comín in quanto irricevibile, con la motivazione che i contestati dinieghi del presidente del Parlamento europeo non costituivano atti impugnabili 3 .
Puigdemont e Comín si sono quindi rivolti alla Corte.
Nella sua sentenza, la Corte respinge l'impugnazione di Puigdemont e Comín.
Il Tribunale ha correttamente dichiarato che il presidente del Parlamento europeo non poteva discostarsi dall'elenco dei deputati eletti che gli era stato ufficialmente notificato dalle autorità spagnole. Infatti, il presidente del Parlamento non ha alcuna competenza a controllare l'esattezza di tale elenco, pena violare la ripartizione delle competenze tra l'Unione e gli Stati membri. Un tale controllo spetta unicamente ai giudici nazionali, se del caso, previo rinvio pregiudiziale alla Corte, o a quest'ultima, investita di un ricorso per inadempimento. Il presidente del Parlamento si è limitato a fare ciò che era tenuto a fare: prendere atto dell'elenco dei deputati eletti comunicato dalle autorità spagnole, che costituiva per lui una situazione preesistente, che traeva origine da decisioni prese a livello nazionale 4. La lettera del 27 giugno 2019 non ha quindi modificato la situazione giuridica di Puigdemont e Comín e, di conseguenza, non costituiva un atto impugnabile.
Per quanto riguarda l'istruzione del 29 maggio 2019, il Tribunale non ha commesso errori affermando che tale istruzione non era all'origine dell'impossibilità, per Puigdemont e Comín, di sedere nel Parlamento europeo.
È perché non figuravano nell'elenco ufficiale dei risultati notificato dalle autorità spagnole che essi non hanno potuto occupare i loro seggi. L'istruzione del 29 maggio 2019 non ha quindi neanch’essa modificato la situazione giuridica di Puigdemont e Comín.
La Corte conferma inoltre che il mancato esercizio, da parte del presidente del Parlamento europeo, del suo potere discrezionale di prendere un'iniziativa in via urgente al fine di confermare i privilegi e le immunità di Puigdemont e Comín, che rientra in una procedura distinta dalla richiesta di difesa dei privilegi e delle immunità che può essere presentata dai deputati stessi, non poteva essere oggetto di un ricorso di annullamento5 .
Conformemente a quanto dichiarato dal Tribunale, la Corte precisa altresì che l'argomento diretto contro l'asserito rifiuto del presidente del Parlamento di comunicare alla commissione competente la richiesta di Puigdemont e Comín di difesa dei loro privilegi e immunità era diretto contro un atto inesistente.
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