Mantenimento del fallito e della sua famiglia: la Cassazione detta le regole
Pubblicato il 27/12/16 06:58 [Doc.2224]
di Redazione IL CASO.it


Cassazione civile, sez. I, Pres. Dogliotti. Rel. Scaldaferri.

Fallimento – Beni non compresi – Necessità di mantenimento del fallito e della sua famiglia – Determinazione - Discrezionalità del giudice delegato – Impulso del curatore

L'art. 46 n. 2, legge fall. non prevede la necessità di alcuna istanza da parte del fallito, bensì delimita il perimetro dei beni non compresi nel fallimento (assegni a carattere alimentare, stipendi, pensioni, salari e ciò che il fallito guadagna con la sua attività entro i limiti di quanto occorre per il mantenimento suo e della famiglia), affidandone la concreta determinazione, in relazione alla necessità del mantenimento, alla discrezionalità del giudice delegato, il quale dunque dovrebbe ritenersi investito della necessità di compiere tale valutazione con la sola richiesta del Curatore.


Fallimento – Beni non compresi – Necessità di mantenimento del fallito e della sua famiglia – Acquisizione alla procedura della integralità delle somme - Esclusione

La lettera stessa, oltre alla ratio, dell’art. 46 n. 2, legge fall. non consente l'acquisizione alla procedura della integralità delle somme rivenienti al fallito dalla sua attività lavorativa.

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