I libri che non ho letto - O delle assenze ingombranti
Pubblicato il 25/02/22 23:00 [Doc.10278]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


Borges scrisse da qualche parte che era sempre molto felice di accettare gli inviti alle conferenze dove gli si chiedeva di parlare dell'Ulisse di Joyce, libro che non aveva mai letto per intero (ne avevamo già parlato a proposito della noia di leggere). La frase mi rimase subito impressa, tanto che trascurai di segnarmi da qualche parte dove l'avevo trovata: meccanismo curioso e frequente, quello di dirsi "mi ricorderò certamente dove ho letto una frase così bella", e che porta invariabilmente a smarrire i riferimenti per sempre, proprio come l'azione di lasciare le chiavi di casa in un posto diverso - "certo mi ricorderò di averle posate in un luogo così inusuale" - condanna l'incauto riordinatore a ricerche snervanti nel prossimo futuro.

Di Borges, innamoramento giovanile, posso dire di aver letto tutto o quasi. Tutto almeno quanto raccolto nei due Meridiani dedicati sotto il perentorio titolo Tutte le opere, anche se il lettore bibliofilo ribatterà che un nuovo canone si sta formando con l'edizione integrale che sta curando da anni per Adelphi Tommaso Scarano.
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