Il lettore smaliziato - O della perdita della meraviglia e di una certa salutare ingenuità
Pubblicato il 04/03/22 23:00 [Doc.10302]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


Un maestro del conservatorio in cui ebbi una breve e ingloriosa carriera studentesca usava dire, con una punta di amarezza, che i molti anni passati a studiare la musica gli avevano guastato, o per lo meno assai modificato, l'esperienza di ascoltarla: siccome ne capiva alla perfezione i meccanismi di funzionamento - insegnava composizione, ovvero quel corso dei conservatori in cui la musica si fa, ma soprattutto si analizza - era ormai diventato impossibile godersi un'opera senza pretese e sovrastrutture, perché ad ogni passaggio entrava in gioco la comprensione razionale, per dir così, dei suoni e della successione degli accordi.

Come un illusionista che conosce tutti i trucchi del mestiere non può provare meraviglia assistendo a spettacoli altrui, così il maestro si trovava di fronte meccanismi già svelati, strumenti conosciuti, trucchi ad effetto ben noti. La sua padronanza della musica era senza dubbio assai profonda, ma il prezzo da pagare era la perdita dell'inesperienza necessaria per un ascolto puramente spontaneo, istintivo, non mediato. Perdita d'altra parte irreparabile: una volta compreso come funziona un brano musicale, è impossibile far finta di non saperlo.
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