I capolavori nei cassetti - E perché non esistono
Pubblicato il 15/04/22 23:00 [Doc.10478]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


La scorsa settimana parlavamo della sensazione che tutto sia già stato scritto, tipica del nostro tempo. È una sorta di affaticamento, a cui deve contribuire senza dubbio il diluvio di stimoli a cui siamo sottoposti oggi. Siamo in un'epoca di straordinaria abbondanza, tanto nei beni materiali quanto nei prodotti culturali: i tre o quattro abbonamenti a servizi di streaming video a cui ho accesso mi permetterebbero di passare settimane a guardare capolavori del cinema; con Spotify ho accesso a un catalogo se non completo di fatto inesauribile della musica del mondo; più o meno tutti i libri che posso desiderare sono a mia disposizione tramite Internet.

Davanti a questa abbondanza si rischia di restare schiacciati. Chi vuole scrivere qualcosa si dirà: ma se c'è già tutta quella roba in giro, che senso ha aggiungere a questa montagna? E certamente quanto farò io sarà già stato scritto da qualche parte.
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