Il lettore nella nicchia - Conflitti di interesse e crisi d'identità
Pubblicato il 08/07/22 23:00 [Doc.10820]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


Pochi giorni fa mi sono imbattuto in un articolo che notava un lampante conflitto di interessi ne La Lettura, l'inserto culturale del Corriere della Sera. Qui è stata pubblicata una recensione che - oltre a essere scritta piuttosto da cani, almeno a giudicare dagli estratti - era firmata dal capo di un'agenzia letteraria che promuove… il libro stesso (fatto peraltro facilmente verificabile sul sito dell'agenzia).

L'episodio è certo disdicevole ma, per prima cosa, non stupisce più di tanto chi ha qualche dimestichezza con la "cucina" delle testate italiane: mi è capitato di lavorare in un posto in cui un prolifico recensore nelle pagine della cultura faceva, di mestiere, l'addetto stampa, e parlava in articoli a sua firma delle stesse cose che promuoveva per lavoro. Le pubblicità dovrebbero essere chiaramente indicate come tali al lettore, o almeno così prescrive la deontologia professionale, ma per diversi motivi, inclusa la fame di contenuti delle testate e la sempre minore disponibilità a pagarli, non è raro che il confine sbiadisca e si verifichino casi come quello della Lettura.
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