Irregolarità di offerta di partecipazione all'asta e principio di "dequotazione" dei vizi formali e procedimentali
Pubblicato il 23/09/22 08:46 [Doc.11110]
di Redazione IL CASO.it


Deve considerarsi affetta da mera irregolarità, l'offerta di partecipazione ad un asta competitiva in virtù del principio di c.d. dequotazione dei vizi formali e procedimentali, espressione del più generale criterio di prevalenza della "sostanza" del fenomeno giuridico sulla "forma" dello stesso, ogniqualvolta il fatto giuridico, seppur sprovvisto di tutti o taluni dei requisiti previsti dalla legge, abbia raggiunto lo scopo cui lo stesso era preordinato. Approccio sostanzialista e funzionale che e' fatto proprio dalla stessa giurisprudenza comunitaria nella analisi delle fattispecie, sottoposte alla sua cognizione e che e' a fondamento anche dei tentativi di armonizzazione dei diritti nazionali (si pensi, a titolo esemplificativo, alla ricostruzione del concetto di contratto ancorata alla distinzione dei centri di interessi contrapposti in luogo del mero dato formale del numero delle parti coinvolte, con conseguente esclusione della configurabilità di un contratto in senso comunitario, quando, pur in presenza di soggetti formalmente diversi, siano riconducibili ad un unico centro di interessi).

Tale soluzione esegetica si impone anche in applicazione, non solo del favor competitionis che conforma il nuovo paradigma concettuale di una procedura esecutiva competitiva, rivolta ad ottimizzare il risultato liquidatorio, ma anche dei principi di ragionevolezza e proporzionalità, di rilievo, anche costituzionale e idonei a porsi quale parametro vincolante nell'esegesi delle norme ordinarie, in quanto costituenti valori assiomatici dell'ordinamento eurounitario e convenzionale CEDU, acquisendo valenza generale anche nell'ordinamento nazionale, come principi generali dell'ordinamento unionale, come tali sorretti dai caratteri della diretta applicabilità e della primazia sul diritto interno.


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