Il lettore di poesia - Un genere difficile e forse fuori tempo
Pubblicato il 21/10/22 23:00 [Doc.11233]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


Perché non si leggono più poesie? Lo consideravo, fino ad oggi, un dato di fatto, una situazione ormai acquisita, come la scomparsa dei giochi dei gladiatori o dei busti di marmo. A una riflessione più approfondita, però, le risposte chiare e logiche mi sfuggono.

Ogni anno in Italia si pubblicano moltissimi titoli, le librerie traboccano di novità, nostrane e straniere, segno che una nicchia di lettori ancora c'è - ma d'altra parte oggi esistono solo le nicchie, siamo tutti rinchiusi in piccoli circoli di qualche decina o centinaia di migliaia di appassionati. Mentre le sezioni di poesia sono spesso nascoste, segno che in quel caso la nicchia dev'essere proprio minuscola. Altro indizio viene dalla rilevanza nel dibattito pubblico. Gli scrittori vengono ancora interpellati da giornali e trasmissioni televisive per raccogliere la loro opinione sull'attualità, i poeti sono invece del tutto assenti dalla scena. Chi ha velleità letterarie - politici, giornalisti, cantanti - sforna romanzi. Nessuno, a mia memoria, raccolte di poesia.

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