Appunti sul gusto - L'amore per la letteratura non si può insegnare. Ma la capacità di capirla?
Pubblicato il 04/11/22 23:00 [Doc.11296]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


La scorsa settimana si parlava dell'amore per la lettura e di come questo non possa essere insegnato. Il lettore Maurizio mi ha scritto per manifestare il suo dissenso, citando l'opinione di un amico secondo cui «il gusto non è una cosa che si ha, il gusto è una cosa che si costruisce». Dunque, parafraso io, la capacità di apprezzare un'opera letteraria non è una qualità innata e discesa dall'alto, che fatalmente si possiede o non si possiede, ma un'abilità che si può acquisire, con lo studio e la pratica.

Colgo il punto dell'obiezione. Rimango convinto che la passione per la lettura, intesa come vivo e personale piacere nel dedicarsi a quell'attività, sia in larga parte casuale e inesplicabile, nel senso che può nascere o meno senza che ne esista un metodo di insegnamento davvero efficace. Lo stesso accade peraltro per la passione per la musica, o per uno sport, o per il lavoro: se per un'attività non si prova intima soddisfazione, questa non può essere indotta, come insegnano generazioni di ragazzine e ragazzini obbligati per anni a suonare il pianoforte o a praticare la danza, che smettono senza rimpianti non appena i genitori allentano la presa.
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