La questione dello stile/3 - La soluzione che sembra un po' una sconfitta
Pubblicato il 17/03/23 23:00 [Doc.11808]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


Il valore di un'opera letteraria sembra impossibile da definire. Che cosa fa di un libro un bel libro? È difficile infatti negare che esistano, nell'esperienza di qualsiasi lettore, libri di differente qualità. Ma nessuna soluzione che abbiamo accennato nelle scorse settimane per individuare un criterio intrinseco è soddisfacente: il grado di realismo, la capacità di trasmettere emozioni, la bontà dell'indefinibile "stile", un intreccio ben costruito... Ogni ipotesi, presa singolarmente, porta a problemi di definizione e a contraddizioni. (D'altra parte so che non scopriamo certo qui l'oscurità dei concetti di arte e di bellezza: ma non è importante, dopotutto si finisce sempre per provare a risolvere le stesse vecchie domande.)

L'unica risposta appare essere quella individualista. Se è impossibile definire criteri oggettivi e intrinseci, tanto vale arrendersi al fatto che le uniche valutazioni estetiche siano soggettive. Tutt'al più si possono aggiungere criteri esterni di successo commerciale (o fortuna culturale, a patto di saper aspettare). Il principio strettamente individualista, unito magari a quello commercial-culturale, sembra peraltro quello più comunemente diffuso oggi. Tra non specialisti, la motivazione più diffusa per affermare il valore di un libro è il fatto che venda e, poiché viene acquistato da molte persone e presumibilmente apprezzato, dunque dovrà possedere anche un valore artistico. Ogni altra valutazione passa in secondo piano, viene messa tra parentesi.
Continua a leggere: https://giovannizagni.substack.com/p/la-questione-dello-stile3


© Riproduzione Riservata