Una classifica - O anche l'arte difficilissima del raccomandare i libri
Pubblicato il 31/03/23 23:00 [Doc.11865]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.
Se fossi un libraio, e il mestiere seguisse la rappresentazione che ne ho, certamente falsa e irrealistica, me ne starei a leggere tutto il giorno vecchi classici e nuove uscite, e per ogni cliente saprei che cosa consigliare sulla base di due o tre domande ben poste, mai collegate alla lettura: cose un po’ da stravagante o da psicologo da quattro soldi, come ad esempio qual è il tuo colore preferito o se hai problemi di sonno. Sarei insomma un algoritmo da suggerimenti vivente, non per le canzoni o le serie televisive ma per le letture.
Mi diletto nel dar consigli, certo, se e quando richiesto, ma sono cosciente dei grossi limiti che vengono dall’esperienza per forza di cose individuale. Il percorso del lettore procede negli anni di titolo in titolo seguendo strade spesso imperscrutabili, si sviluppano gusti che portano ad abbandonare generi e preferirne altri; avrà senz’altro un peso il carattere, la formazione, i libri che si aveva in casa quando si è cominciato a leggere.
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