I libri artificiali - Leggeremo solo opere di ChatGPT?
Pubblicato il 14/04/23 23:00 [Doc.11907]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.
Qualche giorno fa, incuriosito da ChatGPT – prima che il Garante per la protezione dei dati personali lo bloccasse per gli utenti italiani – ho chiesto all’intelligenza artificiale di scrivermi un sonetto di endecasillabi, dando indicazioni piuttosto specifici sul tema e i particolari che volevo inclusi (volevo che mi desse una mano a scrivere qualcosa per il compleanno dell’amico Giovanni).
Il risultato faceva piuttosto schifo. Non posso ricostruire quel testo, perché aggirare il blocco richiede escamotage tecnici al di là delle mie capacità, ma i difetti erano macroscopici: lo schema delle rime non veniva rispettato, le parole-rima erano banali, perfino gli endecasillabi non erano sempre endecasillabi. Il testo non era insensato, ma l’impressione generale era di qualcosa di brutto, senza guizzi. Ho chiesto di riscrivere una o l’altra strofa o di ispirarsi a qualche grande autore del passato, di solito per ricevere versioni ancora peggiori. Alla fine si salvavano forse due o tre versi e l’amico Giovanni, ahilui, ha ricevuto un’opera del mio ingegno.
© Riproduzione Riservata