Il problema del sogno - Solo una questione di gusti, oppure no
Pubblicato il 19/05/23 23:00 [Doc.12022]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


Ho cominciato a leggere il nuovo libro di Cormac McCarthy, Il passeggero (Einaudi, 392 pp.; titolo or. The passenger, 2022), appena uscito in italiano. McCarthy è uno dei più importanti scrittori contemporanei, che non pubblicava un romanzo dal 2006 con La strada. Le aspettative sono alte. Memore del recente giudizio affrettato su Arbasino, però, mi riprometto di farne una recensione completa soltanto a lettura conclusa.

 

Prendo solo spunto allora dall’inizio del libro di McCarthy. Il primo capitolo si apre con una sorta di visione, lo scambio tra un personaggio e un’apparizione piuttosto inquietante chiamata, nell’originale, The Kid. In una puntata di qualche tempo fa parlavo del difficile rapporto che ho con le descrizioni letterarie, cioè le rappresentazioni dettagliate dello spazio tramite le parole: ho l’impressione che non funzionino mai, cioè che non riescano a restituire un’immagine soddisfacente dei luoghi e degli ambienti che vorrebbero ricreare nella testa del lettore.

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