La ricreazione del Messico - Due bei libri italiani recenti
Pubblicato il 08/09/23 23:00 [Doc.12351]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


Ho visto il futuro del romanzo italiano e il suo nome è Gian Marco Griffi, si potrebbe dire parafrasando la celebre recensione di Jon Landau al concerto di uno sconosciuto ventiquattrenne del New Jersey che di lì a poco avrebbe fatto parlare parecchio di sé. Non fosse che questa non è esattamente una scoperta originale e nei mesi scorsi già in diversi hanno segnalato come Ferrovie del Messico (Laurana, 2022, 820 pp.) sia un libro notevole. È stato perfino candidato al Premio Strega, fatto che semmai sarebbe potuto andare a suo demerito, e invece no, tiriamo un sospiro di sollievo, Ferrovie del Messico è in effetti un gran bel libro, che entra solidamente nella classifica delle cose migliori pubblicate negli ultimi anni in Italia.

 

C’è un’aria latinoamericana, in Ferrovie del Messico, con Bolaño e J.L. Borges e García Márquez, e parecchi altri riferimenti letterari, giacché Griffi ci tiene a mostrare che ha letto i suoi libri. Ma il citazionismo non stucca e non diventa mai un arido pezzo di bravura. Perché c’è soprattutto il piacere di raccontare una storia d’avventura, a tratti surreale, animata da personaggi vivi e interessanti, a cui ci si affeziona (potremmo dire, tanto per far arrabbiare i devoti mariani, nel senso di Michele Mari, che se volevamo una rivisitazione contemporanea del romanzone di avventura Ferrovie del Messico batte Roderick Duddle dieci a uno). Soria surreale, dicevamo, e a tratti proprio assurda, con deviazioni rischiosissime: per qualche pagine ci si lancia in una specie di farsa con protagonista Adolf Hitler che, nelle mani di chiunque altro, avrebbe fatto finire il libro fuori dalla finestra.

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