Copertina rigida - Dall'abbandono del Kindle alle esigenze capricciose
Pubblicato il 15/09/23 23:00 [Doc.12374]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


Negli ultimi tempi mi ritrovo ad avere gusti sempre più difficili a proposito della qualità dell’oggetto-libro, una schizzinosità che non mi sarei mai aspettato di attraversare. Il primo segnale è arrivato quando ho cominciato a sentirmi sempre meno attratto dai libri in formato elettronico e, nonostante una frequentazione di vecchia data con il Kindle, mi sono ritrovato a rimandare il possesso di un libro che mi interessava per permettermi di procurarmi una copia cartacea. Il ritorno alla carta è stato piuttosto repentino e oggi tendo a non comprare quasi più nulla per il Kindle. È una scelta dettata dal fatto che l’esperienza di lettura di libri elettronici, almeno per me, ha diversi limiti piuttosto gravi, che in oltre dieci anni d’uso dello strumento non sembrano essere mitigati o risolti in qualche modo.

 

Il difetto principale è l’assenza di due dimensioni specifiche: quella tattile, che in un libro cartaceo permette di rendersi conto del punto a cui si è nella lettura, come ad esempio di quanto manchi alla fine di un capitolo; e quella spaziale, nell’ambito della singola pagina, grazie alla quale, con procedimento quasi magico, ci si ricorda spesso esattamente a che punto si è arrivati nella lettura di un libro interrotto la sera prima o il fine settimana precedente, ma si è anche in grado di ritrovare una citazione notevole contenuta magari decine di pagine prima. È come se, più del cervello, a ricordarsi dove sia una frase siano l’occhio e le mani.

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