Videogiochi online: il Tribunale conferma che il geoblocco di chiavi di attivazione per la piattaforma Steam ha violato il diritto della concorrenza dell'Unione
Pubblicato il 28/09/23 08:35 [Doc.12433]
di Corte di giustizia dell'Unione europea - UE


Sentenza del Tribunale nella causa T-172/21 | Valve Corporation / Commissione

Concordando bilateralmente tale blocco geografico, il gestore della piattaforma Steam, Valve, e cinque editori di videogiochi su PC hanno illegittimamente limitato le vendite transfrontaliere di taluni videogiochi per PC compatibili con tale piattaforma Avendo ricevuto informazioni in merito al blocco geografico di alcuni videogiochi per PC sulla piattaforma Steam in ragione della posizione geografica degli utenti, la Commissione ha avviato un'indagine. Con decisioni del 20 gennaio 2021 essa ha constatato che il gestore della piattaforma, Valve, e cinque editori di giochi, vale a dire la Bandai, la Capcom, la Focus Home, la Koch Media e la ZeniMax, hanno violato il diritto della concorrenza dell'Unione. La Commissione ha addebitato alla Valve e ai cinque editori di aver partecipato ad un insieme di accordi anticoncorrenziali o di pratiche concordate, che avrebbero mirato a limitare le vendite transfrontaliere di determinati videogiochi per PC compatibili con la piattaforma Steam mediante l'introduzione di funzionalità di controllo territoriale nel corso di diversi periodi tra il 2010 e il 2015, in particolare nei paesi Baltici nonché in alcuni paesi dell'Europa centrale ed orientale. La Valve ha proposto ricorso dinanzi al Tribunale dell'Unione europea per ottenere l'annullamento della decisione che la riguarda. Nella sua sentenza pronunciata in data odierna, il Tribunale respinge il ricorso. Il Tribunale constata che la Commissione ha sufficientemente dimostrato l'esistenza di un accordo o di una pratica concordata tra la Valve e ciascuno dei cinque editori mirante a limitare le importazioni parallele mediante il geoblocco delle chiavi che consentono di attivare e, se del caso, di utilizzare i videogiochi in questione sulla piattaforma Steam. Tale geoblocco mirava ad impedire che i videogiochi, distribuiti in alcuni paesi a prezzi bassi, fossero acquistati da distributori o da utenti situati in altri paesi in cui i prezzi sono molto più elevati. Pertanto, il geoblocco di cui trattasi non perseguiva un obiettivo di tutela dei diritti d'autore degli editori dei videogiochi per PC, ma era utilizzato allo scopo di sopprimere le importazioni parallele di tali videogiochi e di tutelare il livello elevato dei diritti riscossi dagli editori, o addirittura dei margini percepiti dalla Valve.

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