Clausola abusiva di contratto di credito a consumo garantito dall'abitazione familiare: il giudice deve valutare la proporzionalità tra la facoltà del professionista di esigere il rimborso del prestito e la gravità dell'inadempimento del consumatore
Pubblicato il 10/11/23 09:00 [Doc.12600]
di Corte di giustizia dell'Unione europea - UE


Sentenza della Corte nella causa C-598/21| Všeobecná úverová banka

In Slovacchia, la banca Všeobecná úverová banka ha concesso a due clienti un credito al consumo, rimborsabile su un periodo di 20 anni. I clienti hanno offerto in garanzia la loro abitazione familiare. A seguito di un ritardo di pagamento di tre mesi per un importo di circa 1000 euro, avvenuto durante il primo anno del contratto, la banca ha fatto valere una clausola di scadenza anticipata del termine. Tale clausola le consente di esigere il rimborso anticipato della totalità del saldo restante dovuto e di avviare la vendita all'asta stragiudiziale dell’abitazione familiare. I clienti hanno chiesto al giudice slovacco di sospendere tale vendita all’asta che, secondo loro, viola i loro diritti di consumatori. Il diritto slovacco consente di applicare la clausola di scadenza anticipata del termine quando il debitore è in ritardo di tre mesi sui pagamenti e il creditore ha rispettato un termine di preavviso supplementare di 15 giorni. I giudici non hanno l’obbligo di controllare la proporzionalità di tale clausola in funzione della gravità della violazione degli obblighi del consumatore rispetto all’importo e alla durata del credito. Il giudice slovacco chiede alla Corte di giustizia se un controllo giurisdizionale di questo tipo sia compatibile con il diritto dell'Unione. La Corte risponde che il controllo giurisdizionale dell’eventuale carattere abusivo della clausola deve comprendere il controllo della sua proporzionalità. Essa precisa, infatti, che la clausola di scadenza anticipata in esame rientra nell’ambito di applicazione della direttiva sulle clausole abusive1 . Tale controllo comprende un esame dell’entità dell’inadempimento, da parte del consumatore, dei suoi obblighi contrattuali, considerando in particolare l'importo delle rate che non sono state onorate rispetto all'importo totale del credito e alla durata del contratto. Inoltre, il giudice deve tener conto delle conseguenze derivanti dall'espulsione del debitore e della sua famiglia dall'abitazione che costituisce la loro residenza principale, poiché il diritto all’abitazione è un diritto fondamentale. Qualora il giudice giunga alla conclusione che la clausola è abusiva, deve disapplicarla.


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