Rivolte fomentate da numerosi profili sui social network
Pubblicato il 08/08/24 09:01 [Doc.13652]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.
N° 571
Riots
Da giorni in diverse città inglesi ci sono rivolte in seguito a un terribile episodio di cronaca nera, l’accoltellamento di diverse persone (con la morte di tre bambine) in una scuola di danza a Southport, città costiera nei pressi di Liverpool. Le rivolte, che hanno portato a una settimana di scontri violenti con la polizia, feriti e arresti, sono state fomentate da numerosi profili sui social network legati a movimenti di estrema destra. Con il contributo delle notizie false: un nome che suonava arabo per il presunto colpevole, la notizia che fosse appena arrivato con uno sbarco da immigrato irregolare, la sua religione musulmana.
Tutto falso: a compiere l’attacco è stato un diciassettenne nato a Cardiff da genitori ruandesi, a quanto sappiamo finora con problemi mentali e senza connessioni con il terrorismo. Ma è impressionante come la violenza della folla se la sia presa subito con moschee, centri islamici e luoghi in cui sono ospitati migranti, mentre contromanifestanti sono scesi in piazza e sono passati a loro volta all’attacco. Quanto accade nel Regno Unito pone domande difficili sia sulla presa di retoriche estremiste e razziste, sia su un problema di integrazione che ha portato già in passato a esplosioni di violenza. Visto che dalle nostre parti non è successo niente del genere, verrebbe da concludere che è il modello inglese dell’integrazione (o quello francese, visto che anche la Francia ha visto eventi del genere) a non funzionare. Speriamo che sia così.
Riots
Da giorni in diverse città inglesi ci sono rivolte in seguito a un terribile episodio di cronaca nera, l’accoltellamento di diverse persone (con la morte di tre bambine) in una scuola di danza a Southport, città costiera nei pressi di Liverpool. Le rivolte, che hanno portato a una settimana di scontri violenti con la polizia, feriti e arresti, sono state fomentate da numerosi profili sui social network legati a movimenti di estrema destra. Con il contributo delle notizie false: un nome che suonava arabo per il presunto colpevole, la notizia che fosse appena arrivato con uno sbarco da immigrato irregolare, la sua religione musulmana.
Tutto falso: a compiere l’attacco è stato un diciassettenne nato a Cardiff da genitori ruandesi, a quanto sappiamo finora con problemi mentali e senza connessioni con il terrorismo. Ma è impressionante come la violenza della folla se la sia presa subito con moschee, centri islamici e luoghi in cui sono ospitati migranti, mentre contromanifestanti sono scesi in piazza e sono passati a loro volta all’attacco. Quanto accade nel Regno Unito pone domande difficili sia sulla presa di retoriche estremiste e razziste, sia su un problema di integrazione che ha portato già in passato a esplosioni di violenza. Visto che dalle nostre parti non è successo niente del genere, verrebbe da concludere che è il modello inglese dell’integrazione (o quello francese, visto che anche la Francia ha visto eventi del genere) a non funzionare. Speriamo che sia così.
Alla prossima,
Giovanni Zagni
Direttore, Pagella Politica
Giovanni Zagni
Direttore, Pagella Politica
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