L'economia della Toscana - Aggiornamento congiunturale, novembre 2024
Pubblicato il 22/11/24 00:00 [Doc.13976]
di BANCA D'ITALIA


Viene pubblicato oggi l'aggiornamento congiunturale della Toscana.

Nella prima parte del 2024 l'attività economica in Toscana si è ulteriormente indebolita, condizionata dal rallentamento della domanda e dall'incertezza del quadro geopolitico. Le dinamiche si sono mostrate eterogenee tra i principali settori: alla crescita nelle costruzioni si sono contrapposti l'indebolimento dei servizi e la flessione dell'industria.

L'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER), sviluppato dalla Banca d'Italia, segnala per il primo semestre un aumento del prodotto dello 0,4 per cento, allineato al dato stimato per l'intero Paese. L'indicatore coincidente Regio-coin Toscana ha mostrato una prosecuzione dell'andamento negativo delle componenti di fondo dell'attività, avviatosi a metà del 2022.

Nel corso del 2024 la flessione dell'attività industriale si è intensificata, con un calo diffuso del fatturato, specialmente tra le imprese più piccole e nel comparto della moda. Nonostante la perdurante debolezza della domanda globale, le esportazioni toscane sono ancora aumentate, grazie principalmente al contributo della farmaceutica e della gioielleria. L'indebolimento ciclico e l'elevata incertezza hanno frenato l'attività di investimento: i piani formulati a inizio periodo, che prevedevano un calo, sono stati confermati o rivisti al ribasso. Nel settore edile, nella prima parte dell'anno, l'attività ha continuato a crescere, specialmente nel comparto pubblico, che ha beneficiato dell'aumento dei lavori riconducibili a nuove opere, in parte connessi con l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). L'attività del terziario si è ulteriormente indebolita, condizionata dalla dinamica dei consumi. I flussi turistici nelle strutture ricettive tradizionali si sono nel complesso ridotti: la crescita della componente straniera non ha pienamente controbilanciato la riduzione di quella domestica. La debolezza ciclica non si è tuttavia riflessa sulla situazione economico-finanziaria del settore produttivo: la gran parte delle imprese prevede per l'anno in corso di conseguire risultati reddituali favorevoli, in un contesto in cui anche la liquidità disponibile è rimasta elevata.

Nel primo semestre del 2024 l'occupazione regionale è cresciuta a un ritmo superiore a quello medio nazionale e il tasso di occupazione è ulteriormente aumentato. I dati riferiti ai contratti di lavoro dipendente del settore privato segnalano tra gennaio e giugno un calo delle attivazioni nette rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente, concentrato nei contratti a tempo indeterminato, nell'industria in senso stretto e nei servizi. L'utilizzo degli ammortizzatori sociali è aumentato, soprattutto nei comparti della moda per le difficoltà che interessano il settore.

Nonostante le condizioni favorevoli sul mercato del lavoro e il recupero del potere di acquisto, i consumi hanno ulteriormente rallentato. L'indebitamento delle famiglie è cresciuto, sia nella componente del credito al consumo sia in quella dei mutui per l'acquisto di abitazioni, che hanno altresì beneficiato del ribasso dei tassi di interesse. È inoltre proseguita la ricomposizione del risparmio finanziario verso depositi vincolati, titoli e fondi comuni.

Nella prima parte dell'anno il credito al settore privato non finanziario è risultato in contrazione, riflettendo il calo dei prestiti alle imprese; su tale dinamica hanno inciso sia la minore domanda di finanziamenti per finalità di investimento e sostegno del circolante sia politiche di offerta più prudenti. In un contesto di debolezza ciclica, il tasso di deterioramento dei prestiti è lievemente aumentato ed è cresciuta la quota di crediti in bonis alle imprese con ritardi nei rimborsi di almeno 30 giorni.

Nelle attese delle banche le condizioni di offerta verso il settore produttivo rimangono improntate alla prudenza anche nella seconda parte dell'anno. In un quadro di elevata incertezza, le prospettive a breve termine sulle vendite, formulate dalle imprese a inizio autunno, prefigurano una fase congiunturale ancora debole.

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