Sport e attività motorie all'aperto: attenzione ai facili entusiasmi
Pubblicato il 10/03/20 08:54 [Doc.7316]
di Redazione IL CASO.it


Dpcm 9 marzo 2020 recante nuove misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull'intero territorio nazionale

Il decreto del Presidente Conte del 9 marzo 2020, il quale estende a tutto il territorio nazionale le cautele già adottate il giorno precedente in determinate aree del Nord-Italia è da salutare sicuramente con favore e ciò anche nella parte in cui prevede che "lo sport e le attività motorie svolti all'aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro;"

E' tuttavia noto a chi pratica attività aerobiche all'aperto, quali, per esempio, il ciclismo o la corsa, che la distanza di un metro non è assolutamente sufficiente a garantire la sicurezza dal contagio da virus di carattere influenzale.

L'abitudine che hanno molti ciclisti e podisti di procedere "in scia" deve, infatti, essere assolutamente evitata, sia perché l'intensità dello sforzo porta ad un notevole aumento delle secrezioni sia perché la posizione "in scia" impedisce il disperdersi delle secrezioni stesse nello spazio troppo esiguo prescritto dalla norma in questione.

Sarebbe bene dunque evitare comportamenti che finirebbero per trasformare una salutare pratica sportiva in occasioni di diffusione di agenti patogeni ed applicare regole di prudenza che suggeriscono di leggere la prescrizione contenuta nel decreto come se fosse scritta così: "lo sport e le attività motorie svolti all'aperto sono ammessi esclusivamente in forma rigorosamente individuale e con modalità tali da mantenere dagli altri individui una distanza adeguata alle circostanze e comunque non inferiore a quattro o cinque metri."


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