A warrior can't be a worrier. Interrogativi categorici e imperativi strategici: brevi riflessioni sull'avvocatura e il diritto post neural networks - Andrea Stanchi
Pubblicato il 13/05/20 13:38 [Doc.7590]
di ProcessoCivileTelematico.it


L'articoletto suggerisce una riflessione sulla rilevanza della consapevolezza di quanto il linguaggio (ma è una metafora per racchiudere logiche, funzioni, struttura, semantica etc.) della tecnologia attuale (quello digitale di algoritmi che possono operare su neural networks) implichi anche una mutazione ontologica di concetti legali ai quali siamo abituati.
Nel procedere lungo la riflessione adotta ad esempio delle sovrastrutture culturali - che pertengono non solo alle categorie dei giuristi, ma persino all'interno delle stesse - anche la "battaglia" sui protocolli (che da oggi, 11 maggio 2020, giorno della ripresa formale delle attività giudiziarie, ha visto anche le Istituzioni nazionali dell'Avvocatura levare la voce per stigmatizzare la sostanziale vacuità di una ripresa che vede circa 200 diverse prassi adottate negli uffici giudiziari italiani) per sostenere come la proliferazione dei protocolli sia esempio specifico di questa diversità di linguaggi tra una tecnologia che esige standard (logici e) comportamentali per esser funzionale e un mondo analogico legato al particolare ed al localismo.
Lo scopo è argomentare una riflessione verso la necessità della costruzione di una educazione comune dei giuristi, senza diversità di funzioni o ruoli, che imparino come parlare la nuova lingua in modo da creare un sistema di valori condiviso che aiuti a gestire le sfide del futuro digitale.

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