Cambiare la dieta - Perché crescendo si leggono meno romanzi?
Pubblicato il 11/06/21 23:00 [Doc.9235]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


Solo da quando ho cominciato a tener traccia dei libri che leggo in un'ordinata tabella, ovvero da un paio d'anni, ho avuto modo di accorgermi di un'evoluzione nella mia carriera di lettore: un cambiamento, potremmo dire, nella mia dieta di lettura. Leggo infatti un numero sorprendentemente basso di romanzi e racconti, nonostante mi consideri soprattutto un appassionato di letteratura. Lo scorso anno, solo un titolo su quattro tra quelli che ho letto era di narrativa, e nei primi mesi di quest'anno ho terminato soltanto un romanzo.

È un cambiamento che ho notato di recente ma che, a ben pensarci, era in atto da tempo: da ragazzo, per quanto posso ricordare, la proporzione era molto sbilanciata verso i romanzi. Prima dell'università credo di aver letto ben pochi saggi. Poi gli studi mi hanno portato a molte letture saggistiche, talvolta obbligate, spesso volontarie. Non pochi testi di storia o di critica letteraria, infatti, sono stati per me esperienze tanto appaganti e arricchenti quanto i migliori romanzi. Ricordo ancora il piacere che mi diede Nessuna passione spenta di George Steiner, una raccolta di saggi di un grande critico letterario in cui mi ero imbattuto quasi per caso nel primo anno di università.
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