Il discorso impossibile - Appunti sul pubblico dei libri
Pubblicato il 10/12/21 23:00 [Doc.9966]
di Giovanni Zagni, direttore dei progetti di fact-checking PagellaPolitica e Facta.


Questa newsletter non dovrebbe esistere per diversi ottimi motivi, a cui penso ogni volta che comincio a lavorare ad una nuova uscita. Dunque tanto vale prendere il toro per le corna e affrontare i miei dubbi - o almeno il principale.

Tra i cambiamenti più importanti che registrano i manuali di teoria della comunicazione (io ho quello di Sara Bentivegna e Giovanni Boccia Artieri) c'è la fine del pubblico inteso come massa indistinta, a cui i mezzi di comunicazione potevano far arrivare il proprio messaggio in modo rigidamente verticale. Pensiamo alla televisione, alla radio o ai giornali dal secondo dopoguerra e fino suppergiù agli anni Ottanta, i mass media per eccellenza: il cittadino informato traeva le notizie più o meno sempre dallo stesso ridotto numero di fonti dei suoi concittadini, in modalità per lo più collettive e quasi rituali (il "tutti a letto dopo Carosello" della generazione del boom economico, la lettura serale del giornale da stereotipo di interno borghese). Non c'era interazione con il mezzo, i canali disponibili erano pochi, la scelta era molto limitata.
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