PCT: Obiettivi e risultati conseguiti dall'introduzione del processo civile telematico (2016 - 2020)
Pubblicato il 03/01/23 17:06 [Doc.11559]
di Antonio Didone. Già Presidente di Sezione della Corte di cassazione.Componente del Comitato scientifico delle Riviste IL CASO.it e Ristruttutazioni aziendali.


Corte dei Conti
Relatore
Cons. Domenico Peccerillo

Sintesi
La presente relazione è volta ad analizzare la performance raggiunta nell'utilizzo delle risorse finanziarie destinate all'implementazione del processo civile telematico (PCT) con specifico riferimento al quadriennio 2016-2020.
Tale lungo e laborioso percorso è stato negli anni caratterizzato da una legislazione di riferimento troppo spesso episodica e poco organica. Ulteriori motivi di ritardo sono riconducibili a quelle criticità c.d. esogene in quanto caratterizzanti non tanto l'amministrazione di riferimento, quanto l'intero processo di digitalizzazione in atto, in ambito sia pubblico che privato, e che finiscono per collocare il sistema paese agli ultimi posti in Europa.
Il processo telematico è ormai una solida e compiuta realtà in ambito civile, mentre appare ancora in ritardo la definitiva implementazione e diffusione di quello penale (PPT).
Tale opera di digitalizzazione si è rivelata necessariamente impegnativa sia per la complessa architettura di sistema che per le frequenti ed inevitabili necessità di aggiornamento e reingegnerizzazione del software operativo anche al fine, ad esempio, di rendere il canale digitale l'opzione predefinita nella cooperazione giudiziaria in ambito UE.
Di particolare rilievo lo sforzo digitale affrontato dal dicastero a fronte della crisi epidemiologica da Covid 19. Nonostante l'imprevedibilità dell'evento pandemico e le innumerevoli criticità che ne sono inevitabilmente scaturite, l'amministrazione della giustizia ha dimostrato una notevole capacità di resilienza nel fornire adeguate risposte segnatamente in ambito digitale.
È proseguita, altresì, l'opera di ammodernamento del sistema giustizia nel perseguimento degli obiettivi volti all'efficientamento delle infrastrutture e delle dotazioni hardware.
È, quindi, emerso con chiarezza come la digitalizzazione del processo richieda investimenti significativi in termini sia di hardware che di software; la realizzazione delle infrastrutture dedicate, la progettazione, i continui aggiornamenti, la manutenzione e, non ultima, la formazione richiedono la disponibilità di risorse adeguate alla complessità del sistema e di carattere non estemporaneo in quanto inserite in un più ampio quadro di programmazione
I numeri del processo telematico appaiono imponenti solo ove si consideri che, al 31 dicembre 2020, possono essere così riassunti:
- circa 1,2 milioni i professionisti attivi nel telematico (avvocati, consulenti, periti, ecc.);
- oltre 56 milioni gli atti telematici depositati dagli avvocati e da altri professionisti nel processo telematico civile (PCT) dal primo luglio 2014 al 31 dicembre 2020;
- oltre 34 milioni i provvedimenti nativi digitali nel processo telematico civile (PCT) dal primo luglio 2014 al 31 dicembre 2020;
- 125 milioni circa sono le comunicazioni e notifiche telematiche civili eseguite nel medesimo periodo dalle cancellerie.
La digitalizzazione dei fascicoli giudiziari in atto è oggi ulteriormente supportata anche dai fondi del PNRR (sub-investimento 1.6.2, pari a euro 133.203.200,00, nell'ambito della Missione 1 - Componente 1 - Asse 1) con l'obiettivo, fra gli altri, di digitalizzare 10.000.000 di fascicoli relativi ai 10 anni precedenti il 2026.
Le istituzioni europee hanno negli anni sottolineato come il nostro paese necessiti ancora di quelle riforme utili per l'efficienza del settore in quanto volte ad una drastica riduzione dei tempi della giustizia. Il rispetto del noto principio della ragionevole durata dei processi appare ottenibile solo in parte con la digitalizzazione dei processi poiché più concretamente perseguibile soprattutto mediante l'introduzione di adeguate procedure deflattive in termini di risoluzione extragiudiziale delle controversie.

In allegato la relazione


© Riproduzione Riservata